mercoledì, dicembre 27, 2006

BENIGNI PARLA DE LA TIGRE E LA NEVE - BENIGNI SPEAKS ABOUT THE TIGER AND THE SNOW

Benigni parla alla tv tedesca riguardo il film la tigre e la neve, tu Miriam sei la tigre e la neve insieme...

Benigni speaks to the German tv about the film the tiger and the snow, Miriam you are the tiger and the snow all together...

A GRANDE RICHIESTA, BENIGNI VINCE L'OSCAR E CAMMINA SULLE POLTRONE

Gli ultimi dieci anni dell’Oscar. La simpatia di Billy Crystal, a lungo conduttore della cerimonia e l’incontenibile gioia di due dei più esuberanti vincitori del premio, Cuba Gooding Jr. per ‘Jerry Meguire’ e il nostro Roberto Benigni per ‘La vita è bella’.

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INTERVIEW WITH ACTRESS NICOLETTA BRASCHI

Interview with actress Nicoletta Braschi

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INTERVIEW TO ROBERTO BENIGNI IN BERLIN

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NEWS FOREIGN SECTION

New foreign section with all clips and the interviews in Enghish.

domenica, dicembre 24, 2006

BENIGNI PARLA DELLA PREPARAZIONE AL FILM " LA VITA E' BELLA"

Roberto parla della preparazione al film de " la vita è bella", dell'idea che ha avuto con Vincenzo Cerami e dell'esperienza del padre nei campi di lavoro tedeschi durante la guerra.
"Robero è un meraviglioso sgorbio della natura, un antifascista fisico per eccellenza....

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venerdì, dicembre 22, 2006

ROBERTO BENIGNI A BOLOGNA



Ieri sera sono stato allo spettacolo di Benigni a Bologna, dal titolo TuttoDante. Il comico ha letto e interpretato il canto V, quello dei lussuriosi e dove si parla di Paolo e Francesca. Ha poi recitato tutto il canto, praticamente a memoria, in un momento di una intensità spaventosa.
Il tutto preceduto da più di mezz’ora di spettacolo comico sullla politica (Romano Prodi, Clemente Mastella, Berlusconi, e molti altri i suoi bersagli) e l’attualità e da una introduzione al medioevo, a Dante, al Dolce Stil Novo che ha lasciato intendere un amore ed una passione smisurati per questo poeta, amore che ha saputo regalare anche al pubblico.

Non posso certo pretendere di riuscire a trasmettere anche solo un flebile riflesso di quello che ci ha trasmesso lui, ma ci sono alcuni concetti che mi sono rimasti impressi. Ho dovuto accendere il cellulare per segnarmeli, tanta era la paura di dimenticarmeli.

Benigni sosteneva che La Commedia è stata scritta non tanto con in mente che Dio esiste, quanto piuttosto con la convinzione che Dio deve esistere. Diceva che va bene per chi crede e per chi non crede, perché parla prima di tutto di noi, dell’uomo, dei nostri istinti più bassi e della possibilità per ciascuno di elevarsi e nobilitare la proprio vita, perché insieme agli istinti più bassi, l’Inferno, portiamo dentro anche la nobiltà d’animo, il Paradiso. Benigni dice che lui la vita la vuole vivere fino in fondo, e la vuole vivere bene non tanto perché Dio esiste, ma piuttosto perché dovrà ben esserci qualcosa, se dentro di noi sentiamo tutte queste emozioni grandissime.

Mi ha colpito anche l’elogio a Gesù. Benigni ci ha ricordato che prima di lui il senso dell’amore come carità e pietà non esisteva. Non esisteva. Neppure Seneca era arrivato a condannare completamente gli spettacoli del Colosseo ed era normale picchiare gli schiavi, colpire la gente per strada che non si reggeva in piedi. Gesù ci dà un comandamento nuovo, che prima non esisteva, quello di amarsi. E in questo modo rivoluziona il mondo, sia che si creda alla sua natura divina, sia che non ci si creda.

Questo per dire che non tutte le emozioni ed i sentimenti, che pure ci portiamo dentro e siamo capiaci di provare, ci sono noti. Li portiamo dentro, ma se nessuno ce le indica non li vediamo. Così anche Dante e gli altri poeti della sua epoca ci hanno insegnato l’amore, hanno elevato le donne a livelli prima impensabili: la prima anima che parla nella Commedia è una donna, che fa un monologo lunghissimo ed era una cosa scandalosa; Dante, spaventato, si lascia convincere da Virgilio a iniziare il suo viaggio nell’Inferno grazie alla promessa di incontrare tre donne; per non parlare di tutto il resto che Dante ha scritto su Beatrice, riuscendo a descriverci la sua smisurata passione per lei, insegnandoci questo modo di amare che prima non esisteva.

Siamo quello che siamo, pensiamo quello che pensiamo, grazie alle persone che ci hanno preceduto e donato parte di loro al mondo.

TRATTO DA il blog di settolo

http://www.settolo.it

giovedì, dicembre 14, 2006

BENIGNI: IL PRIMO MIRACOLO DI GESU'

E' bella l'umanità di Gesù Cristo, è la cosa più divina che c'è al mondo,e il primo miracolo di Gesù..

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INDENTIKIT DI UNA MUSA ISPIRATRICE

Esistono ancora le muse ispiratrici, ossia persone che ispirano emozioni ed idee a qualcuno? Nel passato le muse erano donne che ispiravano poesie ai poeti e ora a distanza di secoli le cose sembrano non essere cambiate.
L’esempio più eclatante è Nicoletta Braschi la musa che ha ispirato tanti film del marito-poeta Roberto Benigni.
Ma chi è Nicoletta Braschi?
E’ forse la maestrina che ha fatto innamorare Guido Orefice? Oppure è la fatina di Pinocchio? O ancora Vittoria, la donna per la quale Attilio ha affrontato la guerra in Iraq per andarla a salvare?
Benigni, in qualsiasi intervista gli si chieda di sua moglie, la definisce una musa e stando a quanto racconta nei suoi film io credo che la consideri non solo come tale, ma anche la forza che move il sole e l’altre stelle.
Questa forza è l’Amore e Nicoletta rappresenta la forza di Roberto Benigni.
Nicoletta Braschi è una donna dai mille volti: è timida e fragile ma sembra avere la forza e determinazione di una tigre, è riservata ma fa un lavoro che purtroppo la costringe a volte a scendere a compromessi; ha una grande umanità e una grande saggezza di chi ha sofferto tanto ma anche di chi ha avuto tutto dalla vita.
Io l’ho incontrata in varie occasioni, ma la volta che mi ha dato più emozione è stata a Cesena quando venne a ritirare un premio nel dicembre del 2005.
Quando finì la premiazione, lei si allontanò e andammo in una stanza dove c’era la stampa e lei rilasciò delle dichiarazioni; successivamente mi dedicò un po’ di tempo in cui le parlai del mio progetto di fare un film.
Ho potuto constatare come lei, ma anche Benigni siano persone come noi, ma che a differenza nostra dedicano la loro vita a rendere quella degli altri più leggera attraverso i loro sogni.
L’arte di sognare l’ho imparata da loro anche se in qualche modo mi è sempre appartenuta, ma non ne sapevo riconoscere la magia.
A Nicoletta, penso che il personaggio della fatina, le stia bene perché credo che abbia fatto una doppia magia: su Benigni perché come si dice”dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna” e una sul pubblico che la ama e la segue sempre con tanto entusiasmo.
Mi piacerebbe molto avere una bacchetta magica per poter ricambiare nel miglior modo possibile questi regali che, sia Nicoletta che Roberto, ci donano nel corso degli anni.
In fin dei conti Nicoletta non è solo la musa del marito, ma rappresenta un esempio di grande femminilità per tutte le donne e un esempio di grande bravura artistica per tutte le aspiranti attrici.
Possiede infatti tutte le capacità che una grande attrice deve avere cioè riesce a passare da ruoli di “fatina” inteso come un personaggio che affascina a ruoli da zitella in maniera semplice.
Il dono più grande che queste persone hanno è il riuscire ad arrivare direttamente al cuore della gente con un linguaggio semplice.


Mariangela Galotto

BENIGNI: QUI IL CANTO DEI LUSSURIOSI LO METTO IN PRATICA

Nella tappa bolognese di 'Tuttodante', il comico toscano si presenta
come un piccolo diavolo e dispensa battute alla città. Ad
applaudirlo ci sono anche Lucio Dalla e Vincenzo Cerami


Bologna, 14 dicembre 2006 - «VI AMO, boia veh, vi lecco tutti uno
per uno. Io qui il canto dei lussuriosi lo metto in pratica». Ma
prima di vestire i panni dell’“umile servo di Dante”, si presenta
come un piccolo diavolo Roberto Benigni per la sua tappa bolognese
del “Tuttodante”. La consueta marcetta con la musica scoppiettante
in sottofondo.

Battute a raffica, dedicate alla città. La prima per Prodi: «Romano,
vieni eh a vedermi? Lui: certo, dove? Io: al Motor Show. Lui: ah,
no, ho un impegno». E il pubblico è già ‘caldo’, in meno di un
minuto di show. «Come va qui a Casalecchio? E laggiù, a
Castelmaggiore?», incalza i diecimila assiepati sulle gradinate
urlando e saltellando mentre a pochi minuti dalle 22 c’è ancora
gente in fila fuori dal palazzetto. Ad applaudirlo c’è anche il suo
alter ego artistico, lo sceneggiatore Vincenzo Cerami: «Robertone in
questa terra sensuale non poteva che recitare il canto V
dell’Inferno, quello dei lussuriosi. Chissà — si chiede lo scrittore
— in quale girone dell’Inferno metterà Cofferati?».

Ma il sindaco non c’è. «Ha disdetto ieri nel tardo pomeriggio»,
spiegano gli organizzatori. Però, prima dello spettacolo, il primo
cittadino è andato nell’hotel del premio Oscar per un saluto veloce.


NELLA PRIMA PARTE di “Tutto Dante”, la lettura della Divina Commedia
che il comico toscano sta mettendo in scena nei palazzi dello sport
di tutt’Italia, Benigni omaggia a modo suo la città che lo ospita.
Usa il bastone: «Porca vacca, sapeste quanti bolognesi ci sono nel
girone dei ruffiani». Poi la carota: «Però ogni volta che passo di
qui, mi garba tanto che non so come esprimervi il mio amore immenso.
Dante, sapete — alza il tono — s’è fermato un bel po’, proprio qui,
al PalaMalaguti».

Il pubblico ghigna. Siede sotto il palco il ministro della Pubblica
istruzione, Giuseppe Fioroni. Dalla platea applaudono il prefetto
Vincenzo Grimaldi e Lucio Dalla. Biagio Antonacci confida: «Lo
sapevo, è straordinario». Esilarante quando punta sull’attualità.
Poteva mancare Berlusconi? «Per cinque anni ho preso in giro il
Governo. Ora per par condicio — deduce beffardamente Benigni — devo
criticare l’opposizione. Senza Silvio, d’altronde, per i comici non
c’è lavoro. Io mi sono dovuto buttare su Dante. Torna, Berlusconi!
Ha parlato di ammazzare il vitello grasso. Non capisco perché queste
minacce a Giuliano Ferrara». E con la politica continua a giocare a
lungo: «Pensate che gli italiani continuano a preferire Prodi
nonostante la finanziaria». Poi si mette le mani nei capelli:
«Scaramella, caramella, ma che è? Una filastrocca? Non ci sono più
le spie di una volta…».

DAL PIANO NAZIONALE passa poi al locale. «Si narra — butta lì,
introducendo così la parte dello show dedicato all’Alighieri — che
Dante quando è venuto a Bologna si sia incantato nel vedere la
Garisenda. Solo che nello stesso istante è passata la donna con il
di dietro più bello della città. Allora, boia veh, quanto s’è
pentito». Perché Dante è così per Roberto Benigni: «Uno come noi,
mica narrava di Ulisse e i miti, lui raccontava la gente vera, come
voi, bolognesi».

L’AMORE per il sommo poeta traspare da ogni parola: «La Divina
Commedia è l’opera più grande di tutti i tempi, di tutto il mondo.
Non ha pari — e scoppia l’applauso —. In questo libro non c’è solo
la teologia. E’ un libro scritto per gli occhi di una donna,
Beatrice. Perché se la penna non è intinta nello sguardo di una
donna non c’è arte. E per Dio è lo stesso». Alterna il tono sublime
con cui legge le terzine dell’Alighieri a quello provocatorio. Il
palazzetto è completamente rapito. «La poesia — dice non è solo
nella penna di chi scrive ma anche nelle orecchie di chi ascolta». E
tutti si si ‘calano’ nel quinto canto dell’Inferno. Ecco i
lussuriosi, ecco spuntare Minosse, Didone, Cleopatra, Paolo e
Francesca. I versi immortali, a cominciare da quell’amor c’ha nullo
amato amar perdona che Benigni traduce così: «Se tu ami qualcuno, il
tuo amore esisterà sempre. E l’amore non abbandona gli innamorati
neanche all’inferno». Silenzio totale. L’emozione è palpabile. Ora
c’è solo Robertone nazionale, nudo (non fisicamente, ovviamente)
davanti a Dante. E alla fine il palasport esplode in un’autentica
ovazione.


di Marcella Cocchi
iL RESTO DEL CARLINO

SI C'ERO ANCH'IO A BOLOGNA!

Non potevo mancare al tuo spettacolo qui nella mia città.
Difficile poter scrivere ciò che ho provato ieri sera, uscito dal palazzetto avevo quella sensazione di sazietà, un riempimento dell'anima.
Sì Roberto sei andato ad accarezzare quella parte di me più nascosta, la parte più bella, quella parte fiabesca che si ritrova nei bambini, semplice ma nello stesso tempo così profonda che ti viene da buttarti dentro senza la minima paura, un tuffo nell’umorismo, nella passione e nella spensieratezza che ti lava e ti purifica corpo e anima.
Se questa parte nascosta fosse da tutti notata per almeno un secondo, troveremmo nuove forze per rendere il mondo migliore, almeno nel nostro immaginario.
Parafrasandoti riguardo a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, se uno guarda uno spettacolo di Roberto Benigni, il giorno dopo non è più quello del giorno prima.
Con stima.

Lorenzo

http://tuttobenigni.blogspot.com

mercoledì, dicembre 13, 2006

IL SOMMO POETA...BENIGNI

Il sommo poeta... Benigni
di Alessandra Testa


L’ultima volta che era venuto sotto le Due Torri aveva promesso la liberazione da Berlusconi. Era il 27 gennaio di quest’anno e, subito prima di presentare al pubblico bolognese il suo film La tigre e la neve, in visita in Comune sul libro degli ospiti aveva scritto: «27 gennaio 2006, periodo pre-liberazione. Fronte di sfondamento a Bologna per la liberazione nel 2006».

Firmato, in punta di penna stilografica: Generale Roberto Benigni. Ora che il Presidente del Consiglio è Romano Prodi, il Roberto nazionale può tranquillamente dedicarsi a qualcosa di decisamente più alto: la Divina Commedia.

Approda questa sera alle 21.30 al PalaMalaguti di Casalecchio di Reno lo show TuttoDante con cui il comico tre volte Premio Oscar declama e spiega il sommo poema di Alighieri. Per chi ancora non si fosse procurato i biglietti, dopo il sold out iniziale, l’organizzazione ha reso nota la disponibilità di ulteriori biglietti acquistabili nelle prevendite cittadine o direttamente al palasport dalle 15 in poi di oggi.

Dopo aver lasciato i suoi conterranei a spellarsi le mani dagli applausi per ben tredici serate andate in scena quest’estate in piazza Santa Croce a Firenze, l’attore sta portando lo spettacolo in giro per i palasport dello Stivale. Partito a novembre dal PalaCorvo di Catanzaro, il tour ha già raccolto oltre centomila persone.

D’altra parte già quattro anni fa, era il 23 dicembre del 2002, proprio Benigni aveva tenuto incollati al televisore più di dodici milioni di italiani davanti al suo L’ultimo del Paradiso, la lettura commentata del XXIII canto mandata in onda in prima serata da Rai Uno e diretta da Stefano Vicario sulle musiche di Nicola Piovani. Ed era in televisione, mica dal vivo.

Quella di stasera, invece, sarà una vera e propria Lectio Dantis, «un avvincente cammino nella poesia dantesca - si limita a dire l’irraggiungibile comico che preferisce affidare poche parole al suo ufficio stampa - come fosse il racconto di un’appassionata avventura, in un vorticoso alternarsi di lettura e riflessione sull’attualità, grande poesia e puro divertimento». E in fondo poco altro serve sapere.

Ci pare già di vederlo, il Benigni nei panni di Dante, già indossati in città, ma in Santo Stefano, da Vittorio Srmonti. Apparirà sul palco saltellando, magari abbraccerà qualcuno, quelli della prima fila, e poi dirà che in fondo la Divina Commedia è come la Bibbia e che la «Madonna mi ricorda la mi’ mamma», come già aveva rivelato al presidente della Cineteca Giuseppe Bertolucci lo scorso gennaio al cinema Medica Palace di via Montegrappa.

Al centro dello show ci sarà uno dei canti del poema, probabilmente il quinto dell’Inferno, quello dei lussuriosi che come tutti sanno - ha detto durante la tappa al PalaRossini di Ancona - è il più richiesto. E, conoscendo la sua imprevedibilità, siamo quasi sicuri che sul palco del PalaMalaguti non salirà solo Dante. Basterà attingere alle prime pagine della cronaca nazionale: vallettopoli, il Vaticano, il riconteggio delle schede nulle per il Senato e, ci scommettiamo, non mancherà nemmeno lui, il solito Berlusconi.

Prima dello show Benigni tornerà poi a Palazzo D’Accursio a salutare Sergio Cofferati, a cui nell’ultimo incontro aveva proposto di girare insieme un film intitolato, che burlone, Come si fa il sindaco.

Subito dopo o subito prima, probabilmente, si fermerà da Bertolucci, «l’uomo con cui ho iniziato a fare cinema prima con Cioni Mario di Gaspare fu Giulia e poi con Berlinguer ti voglio bene» e gli amici della Cineteca comunale a cui il cineasta ha già donato alcuni pezzi della casa di produzione, sua e della moglie Nicoletta Braschi, Melampo. Fra i materiali donati una copia, era la Giornata della Memoria, de La vita è bella.

Per assistere allo spettacolo, Atc mette a disposizione un servizio di navette che dalle 17 alle 20 collegherà la stazione centrale con il PalaMalaguti, partenze ogni 15 minuti al costo di 2,90 euro andata e ritorno.


Info biglietti: www.medials.com.

FONTE IL DOMANI DI BOLOGNA

sabato, dicembre 09, 2006

BENIGNI SOGNA DI RECITARE DANTE IN VATICANO

PER GUARDARE IL VIDEO COPIA IL LINK CHE TROVI DI SEGUITO IN UN ALTRA PAGINA WEB E SCORRI IL VIDEO, L'INTERVISTA DEL TG1 A BENIGNI E' ALLA FINE AL MINUTO 31".

mms://media.fastweb.it/WM9/raiclick/FMVRAI04000001073133.wmv?idCnt=43457&path=RaiClickWeb^Notizie^Telegiornali^TG1"

Roberto Benigni sogna di recitare Dante in Vaticano davanti al Papa. "Sto recitando il 33.mo cantico del Paradiso in una mia turné, vediamo se possiamo organizzare una data anche in Vaticano": è questo il desiderio espresso, simpaticamente, dall'attore-regista per il nuovo anno, in una intervista esclusiva al Tg1. Il Papa, infatti, ha recentemente dimostrato il suo apprezzamento verso il poeta toscano.

"Ieri per l'Immacolata il Papa ha scelto il 33.mo cantico che è il più bello - ha detto Benigni ai microfoni di Vincenzo Mollica - credo che il Papa abbia voluto dire le parole più belle che si possano rivolgere ad una donna, non c'è niente di più bello al mondo di questa bambina di 16 anni, Maria di Nazareth, così fragile ma che si è presa tutto il mondo addosso", ha continuato il regista toscano esprimendo infine il desiderio di poter recitare il cantico direttamente al cospetto del pontefice. "Vediamo se c'è un palazzetto in Vaticano dove poter recitare il cantico - ha scherzato Benigni - e se possiamo organizzare una data".

Infine per l'attore regista toscano, il messaggio del poeta della Divina Commedia "è attuale, attualissimo: sembra che parli di Prodi - ha concluso ironizzando - di Berlusconi, di Casini, del vitello grasso...".

sabato, dicembre 02, 2006

BENIGNI: PROCESSO A SOCRATE

Quanto è importante la morale oggi? Meno di zero, anzi ciò che contraddistingue l’uomo di questi tempi è proprio l’immoralità.
Non esiste più il senso del pudore, si dicono menzogne con il volto pieno di verità, ed i politici che sono i nostri rappresentanti sono i primi millantatori della morale.
Per fortuna che il buon Roberto ci ricorda ogni tanto che la morale, esiste, è possibile, e ci sono uomini che hanno donato la vita per questo.

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